Approvata bozza del Recovery Plan: 69 miliardi per “rivoluzione verde” e transizione ecologica
Il governo ha presentato la bozza del Recovery Plan, approvato martedƬ 12 gennaio, a Palazzo Chigi durante il Consiglio dei Ministri. Il documento ĆØ stato quindi inviato alla Camera e al Senato al fine di acquisirne le valutazioni.
Per la transizione ecologica sono stati stanziati 68,94 miliardi cosƬ suddivisi: 6,30 miliardi allāeconomia circolare; 18,22 alla transizione energetica e alla mobilitĆ locale sostenibile; 29,35 allāefficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici; 15,03 alla tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.
Un estratto dalle pagine dedicate alla Transizione Ecologica.
āLāazione di rilancio del Paese delineata dal Piano ĆØ guidata da obiettivi di policy e interventi connessi a tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione socialeā.
La transizione ecologica sarĆ la base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale, in linea con lāAgenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Per avviarla sarĆ necessario, in primo luogo, ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi dellāAccordo di Parigi e del Green Deal europeo; in secondo luogo occorre migliorare lāefficienza energetica e nellāuso delle materie prime delle filiere produttive, degli insediamenti civili e degli edifici pubblici e la qualitĆ dellāaria nei centri urbani e delle acque interne e marine.
Gli interventi per la prevenzione e il contrasto al dissesto del territorio e una gestione efficace e integrata del ciclo dei rifiuti costituiranno, assieme a una gestione sostenibile del patrimonio agricolo e forestale, un potente mezzo con cui la transizione verde potrĆ migliorare la qualitĆ e la sicurezza di ampie aree territoriali e urbane del Paese.
La riconversione ecologica puĆ² e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitivitĆ per molta parte del nostro sistema produttivo. Servono grandi investimenti per indirizzare le filiere industriali dellāenergia, dei trasporti, della siderurgia, della meccanica e della manifattura in generale verso prodotti e processi produttivi efficienti riducendo gli impatti ambientali in misura importante, in linea con i piĆ¹ ambiziosi traguardi internazionali in materia, cosƬ come sono necessari investimenti nellāagricoltura sostenibile e di precisione, e nellāeconomia circolare, a partire dal Mezzogiorno, permettendo di conseguire una maggiore armonia con la natura, pur nel contesto di una societĆ a forte vocazione industriale.
Gli investimenti sullā Economia Circolare intervengono su un processo volto a produrre materie prime secondarie da materiali di scarto per rendere lāItalia meno dipendente dallāapprovvigionamento di materie prime e conseguentemente piĆ¹ forte e competitiva sui mercati internazionali. A tal fine, gioca un ruolo strategico il sistema agricolo e forestale che, tramite il presidio e la gestione sostenibile del territorio nazionale, ĆØ in grado di assorbire una significativa quota delle emissioni di gas clima alteranti del sistema Paese, come evidenziato dallo European Green Deal.
Si dovrĆ inoltre investire nella ābellezzaā del Paese, anche per consolidare la capacitĆ di attrazione di flussi turistici e le potenzialitĆ dellāenorme patrimonio storico, culturale e naturale. Nella nuova versione del Piano, il significativo aumento di risorse relative alla cultura e al turismo non corrisponde solo allāesigenza di sostenere gli ambiti piĆ¹ colpiti dagli effetti del Covid-19, al fine di recuperare il potenziale di crescita.
NGEU non ĆØ solo un progetto economico e ambientale. Ć un progetto culturale europeo che qualifica gli obiettivi di sostenibilitĆ dello sviluppo. Lāinvestimento strategico in tutta la catena del valore della cultura e del turismo, ĆØ essenziale per diffondere lo sviluppo sostenibile a livello territoriale, per realizzare lāinclusione sociale dei giovani attraverso le industrie culturali e creative e lāattivitĆ sportiva e per accompagnare il risanamento delle aree urbane e la ripresa delle aree interne.
A ciĆ² concorrono una gestione efficace delle aree verdi, anche in termini di una maggiore diffusione delle stesse sul territorio urbano e periurbano, nonchĆ© corposi interventi di rimboschimento e azioni per invertire il declino della biodiversitĆ e il degrado del territorio, prendendo ad esempio il patrimonio verde costituito dai parchi naturali.
Il PNRR si articola in 6 Missioni, che a loro volta raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.
Le sei Missioni del PNRR rappresentano aree ātematicheā strutturali di intervento: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitivitĆ e cultura; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilitĆ sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Inclusione e coesione; 6. Salute.
MISSIONE 2 ā RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA
La missione si struttura in 4 componenti ed ĆØ volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della societĆ e dellāeconomia italiana coerentemente con il green deal europea e il PNIEC.
La prima componente, āAgricoltura Sostenibile ed Economia Circolareā, punta da un lato a conseguire una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la logistica e competitivitĆ delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, dallāaltro allo sviluppo di impianti di produzione di materie prime secondarie e allāammodernamento e alla realizzazione di nuovi impianti, in particolare nelle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia, per la valorizzazione dei rifiuti in linea col Piano dāazione europeo per lāeconomia circolare. La strategia sullāeconomia circolare ĆØ finalizzata a ridurre lāuso delle materie prime naturali, di cui il pianeta si va progressivamente impoverendo, utilizzando āmaterie prime secondarieā, prodotte da scarti/residui/rifiuti. Per incrementare il tasso di circolaritĆ in Italia vengono proposti interventi per la realizzazione di impianti di trasformazione dei rifiuti finalizzata al loro recupero, partendo in particolare dai rifiuti da raccolta differenziata. La strategia sullāeconomia circolare interviene su un processo lungo e complesso teso a rendere lāItalia meno dipendente dallāapprovvigionamento di materie prime e conseguentemente piĆ¹ forte e competitiva sui mercati internazionali. Per potenziare gli interventi verrĆ costituito un fondo operativo per far leva sulle risorse del PNRR destinato a favorire lo sviluppo dellāeconomia circolare.
La seconda componente, āEnergia rinnovabile, idrogeno e mobilitĆ sostenibileā, ha come obiettivo lāaumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito, inclusa quella dellāidrogeno. Un contributo rilevante verrĆ dai parchi eolici e fotovoltaici offshore. Nellāindustria siderurgica primaria, lāidrogeno rappresenta in prospettiva unāalternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI). In linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, ĆØ previsto un investimento per lo sviluppo del DRI connesso al progetto di decarbonizzazione dellāex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia. Una specifica linea di azione ĆØ rivolta allo sviluppo della mobilitĆ sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa e delle ciclovie e a un imponente rinnovamento del parco circolante di mezzi per il trasporto pubblico locale. Enti locali e regioni saranno un attore fondamentale nella definizione e implementazione di questa linea di azione. La distribuzione territoriale degli investimenti di questa componente dedicherĆ una quota significativa di risorse, superiore al 34%, al Mezzogiorno.
La terza componente āEfficienza energetica e riqualificazione degli edificiā punta allāefficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato con contestuale messa in sicurezza e digitalizzazione delle strutture. PrioritĆ sarĆ data alle scuole, agli ospedali (vedi Missione 6) e alle case di edilizia popolare. La quarta componente, āTutela del territorio e della risorsa idricaā, prevede rilevanti interventi sul dissesto idrogeologico, sulla forestazione e tutela dei boschi, sugli invasi e la gestione sostenibile delle risorse idriche e sulle infrastrutture verdi urbane.
Fonte: Eco dalle cittĆ
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