Riciclo degli imballaggi in plastica

COREPLA assicura il corretto avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata urbana, facendosi carico della loro valorizzazione e collocazione presso le imprese di riciclo, nel rispetto delle regole del mercato e della parità di accesso per tutti gli operatori.

I flussi di materiali ottenuti nella fase di selezione vengono collocati da COREPLA sul mercato, con modalità dedicate a seconda:

• della tipologia di polimero;
• delle capacità e delle maturità dei mercati di riciclo.

Nel 2023 sono stati selezionati 30 flussi distinti di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, destinati alla produzione di nuova materia prima – End of Waste o Materia Prima Seconda (MPS) – , in conformità alla legislazione vigente.

Gli imballaggi in plastica possono presentare differenti gradi di riciclabilità, dipendenti sia dalla fattibilità tecnica di riciclo che dalla composizione polimerica dell’imballaggio, funzionale alla performance richiesta. Per esempio gli imballaggi più performanti, che consentono di allungare la vita utile di un prodotto altrimenti deperibile velocemente, sono di frequente composti da polimeri differenti diversi e presentano pertanto una maggiore complessità di riciclo.

La principale sfida per il futuro degli imballaggi è duplice: da una parte investire in progetti di Ricerca e Sviluppo per garantire nuova vita anche agli imballaggi più complessi e performanti, dall’altra intervenire sulla progettazione per combinare elevate performance e facilità di riciclo.

Il riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica

Il riciclo è costituito da una serie di operazioni attraverso le quali i rifiuti di imballaggi in plastica vengono trasformati in End of Waste o MPS, da riutilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini.

Parlando di riciclo di rifiuti di imballaggi in plastica, si possono distinguere due diverse tipologie riconducibili ad approcci e tecnologie differenti:

Il riciclo meccanico

Consiste in una sequenza di operazioni – macinazione, lavaggio e asportazione delle frazioni indesiderate – a cui si aggiunge in molti casi la fase di densificazione e di estrusione. Con la produzione di scaglie, di densificati o granuli, il riciclo è completo e il rifiuto è trasformato in End of Waste, pronto per essere immesso come semilavorato in nuovi processi produttivi.

Il riciclo meccanico può essere:

• a ciclo chiuso, dove il rifiuto, opportunamente trattato, rientra nel ciclo produttivo per tornare a produrre lo stesso tipo di imballaggio, come ad esempio il “bottle to bottle” di una bottiglia in PET;
• a ciclo aperto, cosiddetto “a cascata”, dove il materiale riciclato può essere utilizzato in applicazioni diverse da quelle originali riducendo, anche in questo caso, l’utilizzo di materie prime vergini. Un esempio è la fibra tessile ottenuta dalle bottiglie in PET.

Il riciclo chimico

A differenza del riciclo meccanico che non intacca la struttura chimica, con i temini “riciclo chimico” si intende un processo che modifica la struttura chimica di un imballaggio in plastica, convertendola in molecole più piccole e riutilizzabili in nuove reazioni chimiche.

Esempi di riciclo chimico sono la pirolisi, la gassificazione o depolimerizzazione.