Rifiuti in acqua? Arriva la barriera di bolle!
Unāinvenzione olandese testata nei canali di Amsterdam potrebbe rappresentare una svolta per lāinquinamento di fiumi e mari
Abbiamo giĆ affrontato in questo articolo il tema della plastica presente nei nostri mari in questo articolo, riportando i dati della ricerca dellāIstituto Oikos, secondo cui circa 53 mila tonnellate di plastica, ogni anno, vengono riversate nel Mar Mediterraneo. Ć dunque un problema urgente da affrontare, che non puĆ² essere banalizzato rispondendo che la soluzione ĆØ semplicemente evitare di utilizzare la plastica (abbiamo visto qui perchĆ© non possiamo proprio farne a meno): piuttosto, dobbiamo fare bene i conti con i nostri comportamenti (singoli e degli Stati) e con la gestione attuale dei rifiuti. Troppe, infatti, sono le persone che ancora oggi non svolgono una corretta raccolta differenziata, e non conferiscono nel giusto contenitore gli imballaggi in plastica.
Facciamo un passo indietro
Per risolvere un grande problema ĆØ sempre importante fare un passo indietro, che in questo caso significa porsi la seguente domanda: āda dove parte la maggior parte dei rifiuti plastici che si depositano nei mari?ā. Questo ĆØ infatti quello che in Olanda si sono chiesti, rispondendosi che questi derivano direttamente dalle cittĆ e dai canali; confluendo poi nei fiumi, ecco che i rifiuti raggiungono i mari.
La soluzioneā¦ forse?
Identificata la fonte del problema, Amsterdam si ĆØ prontamente attivata per trovare una soluzione, dotandosi negli ultimi anni di imbarcazioni in grado di raccogliere 42.000 kg di plastica lāanno. Peccato perĆ², che queste imbarcazioni siano in grado di raccogliere solo i rifiuti in superficie, e non di andare a fondo. Il che ĆØ comunque lodevole, ma purtroppo non abbastanza, e dunque non risolve del tutto il problema.
Una barriera di bolle
Armati di entusiasmo, creativitĆ e ingegno, un gruppo di giovani ricercatori e imprenditori olandesi si ĆØ messo allāopera, installando nel 2019 a Westerdok (Amsterdam) unāinnovativa barriera di bolle nei canali, un vero e proprio muro di demarcazione subacquea fra il pulito e lo sporco!
Come funziona?
La barriera di bolle, pompando aria compressa grazie a un tubo perforato posizionato sul fondo del canale, blocca la plastica galleggiante (dal millimetro in su) e la risucchia, oppure la porta a galleggiare in superficie, laddove puĆ² essere facilmente recuperata, confluendo nel sistema di raccolta sul lato del canale, senza interferire con la fauna selvatica nĆ© con i mezzi di navigazione.
The Great Bubble Barrier, questo il suo nome, ĆØ la prima barriera del genere al mondo impegnata nella lotta contro lāinquinamento da plastica degli oceani, e verrĆ sperimentata per tre anni, cosƬ da raccogliere informazioni sulla sua efficacia e capire se possa essere utilizzata in futuro anche in altre sedi. In attesa che invenzioni come queste possano aiutarci a pulire lāambiente, continuiamo a percorrere la strada giusta, ovvero quella che ci vede impegnati nella quotidiana raccolta differenziata dei rifiuti!
Foto di copertina by Adrien Olichon on Unsplash
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